Il Counselling in ambito Socio-sanitario

Che cos’è il counselling? Quando si utilizza? Quai sono i suoi vantaggi?

In questo articolo, con il contributo della Dottoressa Francesca Mungo, Medico di Famiglia, Pneumologo e Counsellor a PrimaMedica, centro di medicina d’eccellenza a Padova, conosciamo l’importanza del Counselling nel rapporto con il paziente.

LA DEFINIZIONE

Applicare questa competenza con empowerment in ambito socio- sanitario permette, soprattutto al medico, di abbattere le barriere relazionali nel rapporto col paziente, facilitando un approccio alla cura che abbraccia la Persona nella sua totalità.
Può essere questa una prima definizione del Counselling Socio- sanitario, che mira ad instaurare una relazione col paziente al puro scopo di orientare e valorizzare le potenzialità di persone momentaneamente in difficoltà, aiutandole a consapevolizzare ed attivare le proprie risorse.
Counsellor da qualche anno, la dottoressa Francesca Mungo ha conseguito questo titolo di studio al termine di un corso formativo triennale di Counselling Socio-sanitario, organizzato da IMR (Italian Medical Research). Da sempre, sia nel ruolo di Medico di Medicina Generale che di Specialista in Malattie dell!Apparato Respiratorio, ha cercato di curare non solo la malattia, ma ponendo sempre al centro la Persona e i suoi disagi, ascoltandone con attenzione la storia. Pertanto, in questo percorso, ha trovato l’opportunità di acquisire migliori competenze professionali e personali, utili alla relazione di aiuto e di cura, attraverso l’accrescimento della propria consapevolezza personale e professionale.

IL RAPPORTO CON IL PAZIENTE

Nel rapporto con il paziente la dottoressa Mungo ritiene infatti indispensabile l’aumento della consapevolezza del medico ai fini di un’efficace comunicazione, soprattutto nel campo medico, dove la personalizzazione della relazione è importante per l!utilità della sopracitata terapia.
Ritiene utile al benessere del paziente applicare il nuovo modello Bio-psico-sociale che possa far capo ad una rete di cura sul territorio, in cui si attui una collaborazione tra diverse figure professionali , centrate sul paziente e sul suo contesto bio-psico-sociale.
Il tutto, con l’intento di collaborare insieme ad un piano di cure personalizzata alla storia del paziente, in un gruppo di lavoro finalizzato alla terapia della persona e fondato su un arricchente scambio e confronto , secondo le proprie competenze, Ovviamente, questo si sta attuando in gruppi di medici territoriali già esistenti, ma ci si auspica una maggiore diffusione di aggregazioni di tali figure sul territorio, utili a “vedere” la persona a 360°.

UN NUOVO APPROCCIO ALLA CURA

In questo approccio alla cura, il paziente è al centro di un’attenzione e di una terapia che consentono una buona relazione e una maggiore efficacia di un follow up a distanza, dove il medico è in grado di interpretare i suoi bisogni e di discutere assieme scelte terapeutiche condivise ed eventuale cambio di percorso di cure. Ecco che le competenze del counselling nella pratica medica aiutano ad accompagnare il soggetto verso atteggiamenti attivi e consapevoli del proprio stato di salute, con un potenziamento della compliance terapeutica e un più efficace follow up a distanza.
In questo, è dimostrato che lo sviluppo dell’autonomia della persona risulta fondamentale, se inizialmente guidata a compiere scelte consapevoli nell’ambito delle possibili soluzioni.

L’IDEA DEL GRUPPO

Con la conferma dell’importanza di una relazione di fiducia tra medico e paziente, ne deve derivare beneficio per il secondo con l’aumento della propria motivazione grazie ad un corretto e personalizzato supporto psicologico ed emotivo.
Nel contempo, al tal fine, così operando, si definisce il valore aggiunto di un gruppo di specialisti che gravitano attorno ad un’unico paziente.
E’ opportuno quindi concepire quasi come gruppo anche la relazione professionale fra due sole figure professionali, che condividono obiettivi comuni di cura per una persona, che sarà coinvolta così in una sorta di alleanza terapeutica concordata già dal primo incontro, previo un chiaro preliminare patto organizzativo fra le parti.
Il paziente, solo se chiaramente informato sugli obiettivi da perseguire in base alla propria storia, potrà accettare meglio il ruolo di counsellor e/o di medico/i di riferimento, che a loro volta dovranno saper fare valere il proprio supporto di persone attente e partecipi, mettendo in atto il proprio empowerment, facilitando lo sviluppo di un rapporto di cooperazione, volto al cambiamento della situazione della persona.

IL COUNSELLING IN MEDICINA

Riprendendo quanto detto finora, il Counselling Socio-sanitario, applicato nel campo medico, è una metodologia funzionale a realizzare un’ottimale relazione/comunicazione che si estrinseca in un aiuto non invasivo, per niente sostitutivo alla persona che lo chiede, bensì solo facilitante la risoluzione del disagio del momento e/o della patologia organica auta o cronica.
Relazione in cui saper interloquire correttamente con il paziente è quindi non solo un obbligo deontologico ed etico, ma il valore aggiunto che contribuisce a una migliore percezione della competenza del medico, guida del paziente che troverà maggiore forza e sicurezza nell’affrontare il percorso indicato.
Ecco che la figura del medico torna ad essere pienamente terapeuta: non solo informando sulla diagnosi e sulla terapia prescritta, ma ponendosi come figura di fiducia, capace di infondere sicurezza nel malato con un nuovo approccio alla cura, a partire dall’accettazione della propria patologia.
E’ soprattutto bene sempre tener presente quanto è importante la coerenza personale nel comportamento professionale.
Cosa che si evince maggiormente nel momento in cui si fornisce una chiara informazione al paziente.
Si mette in atto così una risposta funzionale ad instaurare un rapporto fiduciario tra medico e paziente, continuativo nel tempo e peraltro atto a mantenere efficace quella famosa alleanza terapeutica di cui sopra, finalizzata al suo benessere.